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Inserito il 2-5-2005
Scritto numero quattro: l'interdizione dalle libere professioni
«I divieti introdotti dall'Ungheria servano da esempio per tutti i Paesi»
Il governo ungherese di Daranyi tenta di ridurre l'ondata antisemita, originata dalla reazione contro la prevalenza degli Ebrei nelle attività commerciali e nelle arti liberali e alimentata e ingrossata dalla propaganda razzista, coi provvedimenti legislativi del "numerus clausus", stabilendo cioè che gli Ebrei possono esercitare una professione solo fino a una data percentuale e che tutti i professionisti intellettuali debbono essere iscritti alle Camere professionali che, alla lor volta, accetteranno l'iscrizione solo entro stretti limiti.
Secondo le statistiche del governo la proporzione degli Ebrei nel giornalismo era nel 1935 del 35,3%, cioè 7 volte la percentuale generale degli Ebrei, quella degli avvocati del 49,2%, dei medici privati del 78%, dei medici, funzionari pubblici del 13,9%, degli ingegneri del 30,4%. All'industria gli Ebrei partecipavano nella proporzione del 10%. Il progetto governativo prevede delle eccezioni e attenuazioni per gli Ebrei combattenti e (...) si sforza di richiamarsi non a preconcetti razzisti, ma a ragioni di difesa economica e spirituale del popolo magiaro.
Il provvedimento ungherese ad ogni modo contribuirà a rendere più acuta la questione ebraica in Europa e nel mondo: essa non può più venire ignorata (...). Bisognerà pure che uomini di cuore, d'ingegno e di potenza, considerando la gravità e l'ampiezza del problema, si mettano assieme a risolverlo in base alla giustizia sociale e ai principi dell'umanità. (...).
(Illustrazione Vaticana, 1-15maggio 1938)
Da Libero del 28 aprile 2005
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